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30-05-2018

TASSAZIONE DELLE LOCAZIONI

La stipula di un contratto di locazione di tipo abitativo comporta sempre come conseguenza per il locatore la scelta del regime fiscale.

Regime attraverso il quale tassare il canone annuo di locazione. Attualmente il nostro sistema fiscale prevede due possibilità diverse di tassazione delle locazioni abitative stipulate tra persone fisiche.

Mi riferisco alla ordinaria tassazione ad Irpef oppure all’opzione per l’applicazione della cedolare secca.

Si tratta di due regimi di tassazione molto diversi tra loro. Ognuno dei quali ha elementi positivi e aspetti negativi. E’ impossibile definire a priori quale sia il miglior regime fiscale tra i due.

La scelta, infatti, dipende dalla caratteristiche personali del locatore. Come ad esempio, se percepisce altri redditi nell’anno e se ha o meno oneri deducibili o detraibili da sfruttare in dichiarazione.

Per questo motivo, la scelta del regime fiscale a cui assoggettare i canoni di locazione è un aspetto da non sottovalutare se si vuole ottenere una pianificazione fiscale ottimale.

Questo contributo si pone come obiettivo quello di aiutarvi a capire quale tra questi due regimi fiscali può essere quello che maggiormente vi consentirà di ottenere un risparmio fiscale.

Naturalmente, è opportuno fare questa scelta assieme al vostro commercialistadi fiducia. 

 

 

Registrazione del contratto di locazione

Ogni contratto di locazioneche superi la durata di 30 giorni, sia che riguardi un immobile che un fondo commerciale, deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate.

La registrazione deve avvenire a cura del locatore  (proprietario dell’immobile) o dal locatario (l’affittuario).

La registrazione del contratto di locazione è soggetta al versamento di alcune imposte indirette.

Si tratta di imposte che variano a seconda del tipo di imposizione fiscale che il locatore decide di applicare (tassazione ad Irpef o cedolare secca).

Vediamo adesso di riepilogare schematicamente i passi da seguire per la registrazione di un contratto di locazione scegliendo il regime di tassazione più favorevole.

I termini per la registrazione

La registrazione di un contratto di locazione deve avvenire nei 30 giorni successivi dalla data di stipula. Oppure, se precedente, dalla data di decorrenza del contratto.

Esistono due procedure alternative per la registrazione, che andiamo ad analizzare.

Registrazione cartacea del contratto

Il contratto di locazione può essere registrato con modalità cartacea. Ovvero recandosi direttamente presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate al quale dobbiamo presentare la seguente documentazione:

  • 3 copie del contratto di locazione sottoscritte in originale dalle parti con l’applicazione delle marche da bollo (non dovute in caso di opzione per la cedolare secca). L’ufficio restituisce due delle 3 copie con gli estremi di registrazione, certificando, in tal modo, la data a partire dalla quale il contratto ha efficacia;
  • Modello RLI debitamente compilato e firmato dal soggetto che richiede la registrazione (locatore o locatario). Per compilare tale modello servono i dati anagrafici del proprietario dell’immobile, dell’affittuario, dei dati catastali dell’immobile e i termini del contratto di locazione che è stato sottoscritto;
  • Ricevuta del modello F24 Elide relativo al versamento dell’imposta di registro(non dovuta in caso di opzione per la cedolare secca).

Registrazione telematica del contratto

Il contratto di locazione può essere registrato con modalità telematica. Attraverso i canali online messi a disposizione dall’Amministrazione finanziaria, reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate. si tratta di sistemi diversi, a seconda dell’utente e del tipo di registrazione.

Ad esempio può essere utilizzato il servizio Locazioni Web, collegandosi al sito internet dell’Agenzia delle Entrate, nell’area dedicata ai servizi telematici. 

La registrazione con modalità telematica è obbligatoria per chi possieda almeno 10 immobili e per gli agenti immobiliari, ma può facoltativamente essere utilizzata da chiunque.

A seguito delle operazioni di registrazione, il sistema richiede le coordinate bancarie per l’addebito, sul conto corrente del richiedente, delle imposte di registro e di bollo, se dovute (non sono dovute nel caso di opzione per la cedolare secca).

Per approfondire il tema della registrazione del contratto di locazione, vi rimando a questo contributo: “Guida alla registrazione dei contratti di locazione“.

Tassazione delle locazioni abitative

contratti di locazione scontano sia imposte dirette, che imposte indirette che variano al variare del regime impositivo al quale si scegli di aderire al momento della redazione del contratto.

I regimi di tassazione delle locazioni abitative sono due: il regime naturale e quello della cedolare secca.

Il regime naturale di imposizione

Ove il proprietario dell’immobile non faccia alcuna scelta viene utilizzato questo regime impositivo ordinario. Il quale prevede questo tipo di imposizione fiscale:

Imposte dirette

Ai fini Irpef il locatore vede assoggettati a tassazione il canone di locazione con le seguenti riduzioni:

  • Il canone di locazione ridotto del 5% se il contratto è a “canone libero“;
  • Il canone ridotto del 25%, per i fabbricati situati nella città di Venezia centro e nelle isole della Giudecca, Murano e Burano;
  • Oppure canone ridotto del 35%, se l’immobile è riconosciuto di interesse storico o artistico;
  • Infine, se il fabbricato si trova in un comune ad alta densità abitativa ed è locato a “canone  concordato“, in base agli accordi territoriali definiti tra le organizzazioni dei proprietari e degli inquilini più rappresentative a livello nazionale, è prevista un’ulteriore riduzione del  30% del canone.

Imposte indirette

Il contratto di locazione sconta un’imposizione indiretta basata sull’imposta di bollo e sull’imposta di registro.

L’imposta di bollo è dovuta su ogni copia del contratto di locazione che si vuole registrare.

Deve essere applicata una marca da bollo da 16 € ogni 4 pagine (o 100 righe) del contratto.

Le marche da bollo devono essere datate al massimo con la data di stipula del contratto, ove si appongano marche con data successiva devono essere applicate altre marche da bollo come sanzione.

Per gli allegati del contratto vale la stessa regola vista per il contratto €. 16 ogni 4 pagine (o 100 righe), ma se ci sono planimetrie si applica una marca da 16 € per ognuna di esse.

L’imposta di registro è commisurata al canone di locazione pattuito ed è dovuta da chi registra il contratto, solitamente il proprietario. Il quale può rivalersi sull’inquilino, se il contratto lo prevede, nella misura del 50% di quanto pagato.

L’imposta è dovuta con un minimo di €. 67,00 da versare al momento della registrazione. E successivamente ogni anno al momento del rinnovo del contratto. 

E’ tuttavia possibile versare l’imposta di registro per più annualità in un’unica soluzione. Fruendo, in tal caso, di una riduzione degli importi dovuti. 

L’importo dovuto è il seguente:

  • Fabbricati ad uso abitativo, 2%. Se il locatore è una impresa ed applica  l’Iva sulla locazione, l’imposta di registro è dovuta nella misura fissa di €. 200,00;
  • Fabbricati strumentali per natura (ad esempio, un edificio industriale, uno studio professionale, ecc.), 1%;

Il regime sostitutivo della cedolare secca

Il regime fiscale della cedolare secca è stato introdotto nel 2011.

Si tratta di un sistema alternativo e agevolato di tassazione del reddito derivante dagli immobili locati per finalità abitative.

È facoltativo e si applica anche alle pertinenze dell’abitazione locate con essa.

Il sistema della cedolare secca consiste nell’applicare al canone annuo di locazione un’imposta fissa in sostituzione dell’Irpef e delle relative addizionali, dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo.

Per avvalersi del regime della cedolare occorre esercitare l’opzione compilando il modello RLI.  

In linea generale, l’opzione deve essere esercitata con la registrazione del contratto di locazione e vale  per l’intera durata del contratto (salvo revoca).

In caso di proroga del contratto, anche tacita, l’opzione deve essere esercitata entro il termine di versamento dell’imposta di  registro (cioè entro 30 giorni dal momento della proroga).

Se l’opzione non è stata esercitata (né in sede di registrazione del contratto, né con la proroga), è sempre possibile accedere al regime per le annualità successive.

In questo caso l’opzione va esercitata entro il termine previsto per il versamento dell’imposta di registro dovuta annualmente. In pratica entro 30 giorni dalla scadenza di ciascuna annualità.

Ecco le imposte dovute con il regime della cedolare secca:

  • Per i contratti di locazione a canone libero – Imposta sostitutiva del 21% sul 100% del canone;
  • Per i contratti di locazione a canone concordato e relativi alle abitazioni che si trovano nei Comuni ad alta tensione  abitativa (individuati dal Cipe) o nei Comuni con carenze di  disponibilità abitative – Imposta sostitutiva del 10% del canone.

Tassazione delle locazioni abitative: Irpef o cedolare secca?

Una volta analizzati i due diversi regimi di tassazione dei canoni di locazione relativi a contratti ad uso abitativo, è necessario individuare quello migliore per voi.

Già, ma come individuare il migliore?

L’unica strada da seguire è quella di fare una simulazione della tassazione che potete ottenere con entrambi i regimi.

Simulare la tassazione con cedolare secca è relativamente semplice. Si prende il canone annuo di locazione indicato nel contratto e si applica l’imposta del 21%. Non ci sono deduzioni o sconti.

Individuare, invece, la tassazione ordinaria è più complesso.

Questo sia perché si deve tenere conto delle imposte indirette dovute sul contratto: bollo e imposta di registro.

Sia perché deve essere effettuata una simulazione della dichiarazione dei redditi. Questo perché l’Irpef dovuta sui canoni di locazione varia in funzione del vostro reddito complessivo. Quindi, ad esempio, un soggetto che percepisce anche redditi da lavoro dipendente vedrà applicarsi sul contratto di locazione un aliquota Irpef marginale data dalla sommatoria dei redditi da lavoro e da locazione.

Aliquota che sarà certamente più alta rispetto a quella della cedolare secca.

L’unico caso in cui l’applicazione della tassazione ad Irpef risulta più conveniente rispetto a quello con cedolare secca si ha quando vi sono rilevanti oneri deducibili e detraibili da sfruttare in dichiarazione. Grazie a questi oneri, come ad esempio quelli legati alla spese di ristrutturazione o riqualificazione energetica dell’edificio, si può arrivare ad abbattere anche di molto la tassazione Irpef.

Per questo motivo effettuare la simulazione è fondamentale per determinare la migliore tassazione delle locazioni abitative.

 

 

 

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